La prima fonte scritta che attesta la presenza di insediamenti di età protostorica in questo territorio, si trova nel Dizionario del Casalis, dove alla voce Urzulei, Vittorio Angius riporta dell’esistenza di numerosi nuraghi, specificando che nessuno di questi si trovava nelle vicinanze del paese e che tutti erano in gran parte distrutti (Bacu Orosei, Marghinnu Gustizenni, Lodine, Margiane Mannu, Sa Piskina de Orruvu, Sa Piskina de Codi Ruja, Paule, Logozzai, Ortorani).

Durante i primi anni trenta del Novecento, Antonio Taramelli, Soprintendente alle Antichità della Sardegna, venne incaricato di raccogliere e pubblicare le notizie sui monumenti archeologici dell’isola e di redigerne la cartografia archeologica. Nel territorio di Urzulei Taramelli segnalava l’esistenza di 20 nuraghi, di tre villaggi nuragici Sant’Oronau, Sas Ruinas, Sos Murales, di sei tombe dei giganti Oddai, Sa Tinnargia, Su Casiddu, Mamuccone, Sa Carcara, Prunareste, di tre grotte naturali Sa Domu’e s’Orcu, la Grotta Oggiastru e la Grotta di Punzale; segnalava inoltre la presenza di altre evidenti tracce di età protostorica e storica in località Obone, a S’Iscusorgiu e presso Cuile Sa Mendula.

Nel 1963 il Gruppo Grotte Nuorese durante la perlustrazione della Grotta di Su Fochile, di origine naturale, rinvenne tre navicelle nuragiche frammentarie in bronzo ed una navicella frammentaria in ferro. Allo stato attuale della ricerca nel territorio di Urzulei è stata riscontrata la presenza di 10 nuraghi, con una densità media di 0,07 per Kmq, sono presenti 26 villaggi nuragici, con densità media di 0,20 per Kmq, di cui 6 sono direttamente legati alla presenza di un nuraghe, mentre gli altri 20 hanno sviluppo autonomo. Per quanto riguarda i contesti funerari, sono presenti sul territorio 13 tombe di giganti, si trovano inoltre 3 edifici singoli di età nuragica, due dei quali potrebbero esse-re riconducibili ad un contesto cultuale, ed 8 grotte naturali adibite ad uso sia funerario e cultuale che abitativo. Non si conoscono invece tombe preistoriche di tipo Domus de Janas, probabilmente questo dato è dovuto alla presenza di numerose grotte ed anfratti naturali che si prestavano a questa funzione.

Nel 238 a.C., dopo 200 anni di guerre per il possesso dell’Isola, l’Impero romano annetté la Sardegna tra i suoi territori. Ancora non risulta chiaro il rapporto tra gli invasori romani e le popolazioni dell’interno, che sembrerebbero non essere mai state pacificate del tutto e avrebbero tollerato la presenza romana con accordi di non belligeranza che stabilivano i rispettivi territori di appartenenza. Nel territorio di Urzulei testimonianze di frequentazione di età romana sembrano attestarsi in località Televai, in cui sono state ritrovate armi e monete di Età imperiale, custodite nel museo parrocchiale, nelle località Su Cardu, Sa Mendula e Funtana Freari, dove strutture ad andamento rettilineo si sovrappongono ai preesistenti insediamenti nuragici con reperti ceramici di età romana.

Diverso sembra configurarsi il contesto archeologico rinvenuto in località Bruncu Dudò, in regione Ediddili, dove a strutture murarie in opera isodoma ad impianto rettangolare si associano numerosissimi frammenti di contenitori ceramici da mensa e da dispensa di età romana, tale da far pensare ad una presenza straniera stabile. È molto probabile che l’antico tracciato romano che collegava Karales con Olbia dovesse passare in questa regione per poter attraversare il Supramonte e raggiungere Viniolae (Dorgali), in quanto è uno dei pochi passaggi obbligati in questo territorio accidentato. Questo dato sembrerebbe essere confermato dal rinvenimento di una pietra miliare a poca distanza, in località Obone.

Nel corso del XIII sec. il potere politico di Pisa nell’Isola aumentava progressivamente, dopo la guerra con Genova il centro giudicale di Santa Igia venne distrutto ed il Giudicato passò sotto il controllo delle potenti famiglie pisane che se lo spartirono, da quel momento Urzulei entrò a far parte del Giudicato di Gallura che era sotto il controllo della famiglia pisana dei Visconti, il Comune di Urzulei da allora dovette pagare al Comune di Pisa quattro lire annue di tributi.

Nel 1479 con l’unificazione dei regni iberici la Sardegna entra a far parte della Corona di Spagna. A questo periodo potrebbe risalire l’edificazione della piccola chiesa di Sant’Antonio, nel centro storico dell’abitato, la campana della chiesa, rifusa nel 1954, recava la scritta:

ORA PRO NOBIS SANCTE ANTONI DE PADUA – ORQULLE’ – HOC OPUS FIERI FECIT VILLA ORQULLE’ ANNO DOMINI 1556

(“Prega per noi Sant‘Antonio di Padova, Urzulei, quest’opera fece fare il paese di Urzulei nell’anno del signore 1556”).

Agli inizi dello stesso secolo è stata attribuita la messa in opera della chiesa di San Giorgio, che riporta un’iscrizione sulla pietra sacra dell’altare con il numero 523, si presume faccia riferimento alla data di edificazione della Chiesa che dovrebbe risalire ai primi del 1500. La Parrocchia, intitolata a S. Giovanni Battista risale agli ultimi del 1600 o ai primi del Settecento. Secondo la tradizione venne costruita a spese di un certo Giovanni Murgia di Urzulei, in espiazione di un delitto commesso.